Cos’era l’eurocentrismo, la visione del mondo dei colonizzatori

Un termine che più volte ritorna nella storia e che ha determinato e spronato le iniziative coloniali delle Potenze europee

Dopo la scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo, i Paesi europei divenuti nel corso dei decenni Potenze, investirono sempre più nelle spedizioni geografiche. A spingere verso tali iniziative furono più fattori: ricerca di materie prime per lo sviluppo industriale, espansioni territoriali, ricerche scientifiche, sbocchi commerciali, acquisizioni di punti nevralgici ai fini militari ed infine motivazioni ideologiche. Quest’ultima voce, molte volte scarsamente considerata, è in realtà quella più rilevante poiché originata da una visione del mondo particolare, ovvero quella eurocentrica.

L’Europa al centro del mondo

Si giunse pertanto al XIX sec. spinti da tale visione che vedeva l’Europa, ed in particolare gli europei bianchi, “al centro del mondo” cui toccava un compito molto particolare: far progredire i popoli indigeni nonché evangelizzarli. L’autore inglese Rudyard Kipling, autore de “Il libro della giungla”, non a caso parlò del “fardello dell’uomo bianco” costretto, per via della sua superiorità, a farsi carico della missione civilizzatrice nel mondo.

Pertanto, tale visione fu fomentata dal sentimento nazionalista delle Potenze, dal suprematismo ( diremo oggi razzismo) e dallo spirito missionario che nascondevano in realtà disegni di egemonizzazione e sottomissione dei popoli, per lo più asiatici, africani e latinoamericani. Fu in quel periodo (Ottocento) che iniziarono a sorgere movimenti xenofobi come il Ku Klux Klan negli Usa, non a caso negli Stati del Sud dove era diffusa la schiavitù dei deportati africani.

(Una cara carta connotata dal Pacifico al centro e non dall’Atlantico)

Un’interpretazione biblica estremista

Non a caso il 90% delle carte geografiche stampate mostrano l’Oceano Atlantico e l’Europa al centro di essa e non, come in rari casi, l’Oceano Pacifico. Tale visione si era ripercossa anche nelle pubblicazioni e si può dire che si sia protratta inconsapevolmente fino ad oggi.

Secondo alcune interpretazioni l’origine di tale visione sarebbe derivata da una lettura estremista e radicale di un passo dell’Antico testamento.

Dopo il diluvio universale, Noè piantò una vite e dopo aver bevuto molto vino piombò nel sonno, nudo. Il figlio Cam osservò il padre senza abiti, deridendolo e raccontando l’episodio ai due fratelli Sem e Jafet. Questi ultimi, camminando di spalle giunsero dal genitore con un mantello che utilizzarono per coprirlo. Essendo nell’antichità un sacrilegio osservare un padre nudo, Noè dopo essersi svegliato maledisse il figlio Cam e l’intera sua discendenza con queste parole: “Sia maledetto Cànaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli”. Cam è considerato il patriarca dei popoli che sorsero in Egitto ed Etiopia, ergo della civiltà africana. Tale vicenda, e la sua lettura distorta, avrebbe indotto i colonizzatori a legittimare le proprie campagne nel continente africano ed in particolare nei confronti dei popoli di pelle scura.

Anche la scienza si strumentalizza…

Non solo la fede venne strumentalizzata bensì anche la scienza. L’affermazione della teoria elaborata dal naturalista Charles Darwin in “L’origine della specie” nel 1859 sulla selezione naturale fece considerare – e giustificare – il dominio degli europei sugli indigeni “un esempio della sopravvivenza del più adatto“.

Il resto della storia è noto: il continente africano venne spartito nel 1885 nella Conferenza che si tenne in Berlino, lo stesso accadde in Medio Oriente mentre nel Sud-est asiatico gli europei avevano ridotto e minato le sovranità di quei Paesi. L’America latina infine era stata già ridotta a colonia da qualche secolo e proprio nell’Ottocento stava vivendo i primi “esperimenti” di indipendenza ed emancipazione.

Lascia un commento